A FONDO PAGINA: LE FOTO DEL CONVEGNO DI TORINO DEL 14.11.2010 – UN EVENTO STORICO
VI RACCONTO PERCHE’
QUESTO E’ UN LIBRO STRAORDINARIO
E PERCHE’ L’HO SCRITTO
GUSTAVO ADOLFO ROL
IL GRANDE PRECURSORE
CON COMPACT DISC ALLEGATO: 60 MINUTI DI PARLATO DALLA SUA VIVA VOCE
Il libro
Questo libro, forma con il compact disc allegato un insieme inscindibile, è un testo unico nel suo genere, fondamentale, lontanissimo da tutto quanto esista finora in commercio…. Il libro narra le situazioni, approfondisce i concetti, spiega quelli che sono i retroscena, lo svolgersi degli eventi e delle interviste. Approfondisce e rende comprensibili i dettagli di ciò che il compact disc permette di ascoltare dalla viva voce di Rol. Libro e CD dunque, sono strettamente interconnessi, perderebbero il proprio valore di comunicazione se separati. Insieme, sono la più importante, autentica testimonianza storica dalla viva voce di Rol per le generazioni future.
La scelta di Rol
Come ascolterete raccontato da Lui, Rol ha scelto il titolo, la fotografia di copertina e anche la persona amica a cui affidare l’incarico di registrare e raccontare. In piena serenità mi ha rivelato il suo pensiero, le sue speranze, il rammarico per il voltafaccia della scienza… Si, Rol mi ha scelta con cura fra le molte persone possibili, per affidarmi un incarico ben preciso. La sua è stata una decisione autonoma; probabilmente con i suoi poteri ha visto qualcosa che ad altri era sfuggito: un carattere gentile ma determinato, plasmato secondo i presupposti di giustizia, lealtà, coraggio, onestà assoluta, onore, coerenza…… Sono i principi a cui si ispirava mio padre, ex Ufficiale di Marina, che mi ha allevata come un Cadetto dell’Accademia Navale, credo che Rol lo abbia percepito già dal primo istante…
L’incarico
Altri testimoni hanno raccontato le cronache dei suoi esperimenti. Ancor più persone hanno fatto rendiconti di pura fantasia. Io no…. Rol desiderava che si scrivesse esattamente quanto leggerete nel testo, glielo sentirete dire a più riprese in quei preziosi, irripetibili, 60 minuti del suo parlato. Lui mi ha affidato un incarico, l’ho accettato, gli ho fatto una promessa e l’ho mantenuta. Questo libro è stato raccolto, scritto e presentato senza macchia e senza paura…
Chi lo ha conosciuto proverà un tuffo al cuore nel risentire la sua voce, talvolta tonante, talaltra giocosa… Risentirà i rumori della sua casa, il suo telefono che suona di continuo in sottofondo all’intervista, i suoi passi sul parquet, le sue mani che sfogliano l’agenda… Lo sentiranno ridere, arrabbiarsi, insegnare, battere i pugni… Sarà come rientrare per qualche momento in quel suo mondo incantato, che forse è sospeso da qualche parte fra le nebbie di Avalon…
Nel libro racconto i dettagli del nostro lungo incontro con Rol, un’amicizia durata oltre vent’anni, fino alla sua dipartita. In quelle duecento pagine, ho reso testimonianza soltanto di ciò a cui ho assistito ed ha ascoltato da lui direttamente. Non c’è nulla di copiato da altrove o riportato per sentito dire…
Dalle molte ore di registrazione disponibili, sono stati selezionati soltanto sessanta minuti, non tutto il materiale audio è ancora divulgabile. I nastri originali contengono nomi e situazioni che per ora vanno taciuti, ma sono là, ben custoditi…
La promessa di scrivere
Devo ammettere che Rol ci teneva molto affinché scrivessi questo libro; ho temporeggiato per sedici anni e francamente, avrei aspettato ancora…Non perché non avessi cose da raccontare, anzi… le leggerete e ascolterete strada facendo, ma per l’esatto contrario, per la massa enorme di cose, tutte importanti, ma aggrovigliate nella mia mente e nei nastri registrati…
Si, Rol aveva insistito, e lo sentirete dalla sua stessa voce. Mi aveva permesso di registrare i nostri dialoghi, raccogliere la sua testimonianza diretta, e mi ha suggerito ha scelto anche il titolo e la fotografia da mettere in copertina… Ho cominciato più volte a scrivere questo libro, con lui ancora in vita, ma poi ho accantonato l’idea. Era tutto troppo frammentato, troppo vasto, troppo difficile…
Dopo la sua morte ho pubblicato diversi articoli per i giornali, ho partecipato a talk show televisivi, con Bruno Vespa, Mirabella… avrei potuto continuare, ma mi sono sentita scoraggiata dalla superficialità con cui l’argomento è stato affrontato, e dalla quantità di libri insignificanti usciti a raffica su di Lui. Alcuni scritti da persone che non lo hanno mai sentito neanche una volta per telefono. Non avevo nessuna intenzione di mettermi nel cesto, assieme ai tanti carciofi…
il suo segnale
E così ho lasciato scorrere il tempo, certa che un giorno o l’altro Rol mi avrebbe lanciato un segnale. Sapevo che poteva farlo e che prima o poi l’avrebbe fatto. … Così è stato! Durante la notte tra il 10 e l’11 febbraio 2005 di venerdì, Rol mi si presenta in sogno; ricordo ogni minimo dettaglio, era tutto così vivo che l’ho raccontato in diretta nella mia trasmissione radio, lunedì 14 febbraio. Sogno di ricevere una telefonata da Rol, la linea è fortemente disturbata e così lui deve parlare a voce alta e ripetere più volte le frasi.
Nel sogno ho la consapevolezza che lui non c’è più e che mi sta parlando dall’aldilà. Rol è molto irritato e perentorio: “Giuditta, perché ti sei fermata? Vai avanti, continua…” Io sono felice ed emozionata nel sentirlo, gli chiedo come sta, ma lui imperterrito non si perde in convenevoli: “Tu devi andare avanti, devi continuare! Non fermarti, hai capito?” E’ come se avesse pochi secondi a disposizione e dovesse dirmi tutto subito: “Hai capito Giuditta? Devi continuare, non fermarti davanti a niente! Vai avanti, vai avanti…” Naturalmente io so cosa vuole, so cosa ho lasciato in sospeso. Lui insiste: “Hai capito Giuditta? Non fermarti, vai avanti, e ricordati del numero Undici, undici, hai capito?”…
Poi la linea cade, apro gli occhi col batticuore, sveglio mio marito e gli racconto di avere parlato al telefono con Rol. Lui non si stupisce più di tanto ma io non mi riaddormento più, penso fino all’alba a cosa posso fare per riprendere quel libro interrotto…
Mi sembra che quello fosse proprio il segnale che stavo aspettando, Il giorno dopo riprendo gli appunti, sparpagliati, slegati fra loro ma… lo spirito è forte mentre la carne è debole…. Messa di fronte a quella immensa mole di lavoro decido di svicolare; mi sento troppo vecchia, stanca e sofferente per lanciarmi in una nuova avventura con Rol… E poi, cosa sarà quel numero undici? Il numero di Rol è il cinque… Ho deciso che non ne farò nulla…
Ma ho fatto i conti senza il Grande, il Grandissimo Vecchio… Lui mi conosce benissimo, e indubbiamente conosce anche i miei amici, sa dove può far breccia, sceglie quello più adatto, quello che che ha condiviso con me molti anni di microfoni…
Aldo
Così, entra nel sogno di Aldo Grassi. Non gli dice nulla, lo guarda fisso negli occhi con il suo sguardo penetrante. Aldo, che conosce benissimo sia me che Rol, capisce il messaggio e, senza dirmi nulla, si mette subito all’opera. Ad Aldo, avevo affidato in custodia la copia dei nastri con le registrazioni. Gli originali li avevo depositati in banca da tempo. Sono un documento storico prezioso! Con la pazienza, il metodo e la determinazione che gli sono propri, Aldo si è messo all’ascolto. Ci sono oltre venti ore di parlato, registrate in tempi e situazioni diverse, su decine di nastri, in spezzoni senza data, senza indicazione sul contenuto… A me, la sola idea di ascoltare quel guazzabuglio, scatena un attacco di panico: non ho neppure il tempo per ascoltare un telegiornale… Ma Aldo il tempo ce l’ha, ed ha la pazienza, la dimestichezza con il computer, con il mixer, e così si lancia in quell’avventura per me impensabile: ascoltare, catalogare, suddividere per argomenti, salvare su traccia, su nuovi supporti magnetici, ripulire dal fruscio… Per me sono quelle le cose dell’altro mondo, non la telefonata di Rol undici anni dopo la sua morte!
Va anche detto che, nonostante l’aria affettuosa, suadente, Aldo è inflessibile e tenace come un mastino, mi ha costretta ad ascoltare, annotando le mie scelte e riversandole in tracce su cd diversi. E così, riascoltando a piccole dosi, dialoghi che avevo quasi dimenticato, sono riaffiorati vivamente i miei ricordi, tornava la nostalgia, le emozioni di un’epoca ormai perduta… Tanto ha fatto che mi ha obbligata a cominciare, ad accendere il computer e scrivere… Ma scrivere, per me, è naturale come respirare, come nuotare per un pesce o volare per un’aquila, una volta cominciato, tutto diventa inarrestabile: i ricordi e gli episodi si accavallano, fluiscono come torrenti, e Aldo sempre pronto, insinuante, con un nuovo dialogo da farmi riascoltare, ricordare, rivivere… riscrivere.
Senza di lui, siatene pur certi, questo libro non sarebbe nato…
RICORDANDO IL MAESTRO
(Articolo di Giuditta Dembech – in partePubblicato su “Il Nostro Tempo” di Torino nel centenario di Rol )
Il 20 giugno 1992, si è celebrato il centesimo anniversario della nascita di Gustavo Adolfo Rol, un uomo conosciuto in tutto il mondo, che ha avuto accesso a poteri e possibilità al di fuori della norma. Era capace di leggere il pensiero oppure libri chiusi, custoditi chissà dove. Poteva vedere squarci di passato o anticipare il futuro, poteva materializzare o smaterializzare oggetti, comunicare con l’aldilà… tutte cose da fantascienza, impossibili per chiunque, ma non per lui…
La sua lunghissima vita (ha coperto quasi tutto un secolo) ha lasciato dietro di sé sconcerto, ammirazione e tanti, tanti interrogativi aperti.
Nato a San Secondo di Pinerolo, in una famiglia di nobili origini scandinave, era un bambino biondo, gentile, apparentemente come tanti altri, salvo forse un ostinato mutismo che proseguì fino ai cinque anni quando, dinanzi al caminetto acceso, pronuncia la sua prima parola, che già in sé aveva il germe della profezia: “Napoleòn!”
Da adulto, diventerà un famoso antiquario e raccoglierà moltissimi cimeli appartenuti all’imperatore, compresa la splendida carrozza dorata che poi regalerà alla città di Torino (che l’accettò malvolentieri. Oggi è relegata in un magazzino nel castello di Stupinigi)
Suo padre direttore di Banca lo sistemerà come impiegato in una filiale in Costa Azzurra , anche se il ragazzo ha altro per la testa. Ama l’arte, la musica, la bellezza in ogni sua forma, femminile soprattutto… Ma è un figlio rispettoso della volontà paterna e accetta anche se controvoglia. Lascerà l’incarico alla morte del padre. E sarà proprio a Marsiglia, nel 1927 che avverrà il suo incontro con il Potere; il potere della mente sulla materia, e sarà un incontro sconvolgente. La sua vita cambia, scopre di possedere quelle capacità misteriose e sconosciute che lo renderanno famoso.
E’ un credente, ha il cuore puro, non è avido di successo né di danaro. Si nasconderà sempre, rivelandosi soltanto a quei pochi (o molti) con cui negli anni viene in contatto. Sarà sempre molto schivo, diviso fra due realtà dimensionali, quella di spirito e materia, che non hanno nulla in comune, eppure sono entrambe reali…
Negli anni a venire sarà invidiato dai prestigiatori perché compie autentici prodigi senza trucco, detestato dagli scienziati perché sconvolge i loro canoni , sarà incompreso da tutti e spesso tacciato di mistificazione.
In effetti la scienza non può capirlo, Rol parla di poteri dello Spirito ma gli scienziati non sanno cosa sia , non ha peso specifico, non si vede al microscopio… la scienza non ammette l’esistenza dello Spirito, proprio non sa da che parte andarlo a cercare… Per la scienza non ci sono i parametri, non c’è una base comune di dialogo.
I servizi segreti internazionali invece, non perdono tempo in speculazioni filosofiche, sanno che queste cose funzionano e da sempre tengono i veggenti sotto controllo. Rol fu un veggente straordinario e come tale fu sempre marcato stretto dalla varie “Intellligence”
Ma a lui non interessava penetrare con la mente nei piani d’attacco, e forse, non ci sarebbe riuscito…
E’ pur vero che, quando i nazisti installarono il loro quartier generale nella sua casa nel pinerolese, li intrattenne ogni sera con i suoi prodigi… Lui stesso mi raccontava di come riuscisse a metterli in contatto fenomenico con le loro famiglie in Germania, a uardare dentro alle loro case lontane. Si, in questo senso ha usato largamente i suoi poteri, ma non fu mai un gioco e né una mera esibizione di potere. Usava gli esperimenti riusciti, le lettere “precipitate” dal nulla sul tavolo come merce di scambio per salvare la vita ad ostaggi che non sarebbero stati fucilati ilo giorno dopo…
Silvan ha detto scioccamente che tutti gli esperimenti di Rol si possono replicare ”con il trucco”. Vorrei tanto vedere Silvan accomodato su quella stessa poltrona per tentare di abbindolare “con il trucco” quegli stessi feroci interlocutori!
Tutto il resto ormai appartiene alla storia… Storia raccontata in molti libri, alcuni veri, alcuni un po’ meno. Quello che continua a sorprendermi è il coraggio con cui vengono pubblicati a getto continuo libri che sono soltanto collages messi insieme da chi Rol non lo ha mai conosciuto e si è limitato a rubacchiare ciò che hanno scritto altri.
Nei giorni dell’anniversario la carta stampata ed i salotti televisivi rigurgitavano di personaggi, alcuni noti, altri perfetti sconosciuti che pontificavano vantando assidue frequentazioni, amicizie consolidate, eventi straordinari a cui hanno assistito. E Rol dall’aldilà li osserva mentire spudoratamente…
C’è addirittura chi, ha aggiunto al proprio, il cognome di Rol, firmando articoli su giornali e riviste, e nessuno si preoccupa di verificare… Vorrei vedere se decidessi di cambiare il mio cognome in Giuditta Blavatsky , cosa succederebbe!
Contemporaneamente si è levata l’onda lunga dei detrattori, di coloro che insistono nel definirlo mistificatore, di nuove leve di prestigiatori in cerca di notorietà. Chissà perché finchè Lui era vivo hanno taciuto?
E nuovamente da Bruno Vespa è riapparso Silvan, (ormai la mummia di sé stesso) che ripete quanto aveva già detto vent’anni fa: “posso rifare con il trucco qualunque suo esperimento: dalla carta che attraversa il tavolo, alla scrittura a distanza, ai quadri che si dipingono da soli”. Ma certo, non lo mettiamo in dubbio…
E a Silvan rispondo con le stesse parole che ho pubblicato sulla rivista che dirigevo allora: “Il trucco è un trucco, ma i doni dello Spirito rimangono un mistero. Chiunque può copiare la Gioconda, ma soltanto dopo che il genio di Leonardo l’ha ideata, traendola dai mondi dello spirito per portarla nel mondo della materia sulla tela…”
I detrattori di ogni ordine e grado si sono coalizzati con una virulenza mai vista prima, forse perché Lui ormai non può zittirli. Ma per quanto abbiano cercato di alzare la loro potente voce per coprire un brusio vasto e persistente, non approderanno mai a nulla.
La scienza con Rol ha perso il treno, non l’ha capito da vivo, figuriamoci adesso che se parla per sentito dire e ne parlano impostori e mitomani… Rol ha attinto a leggi ed energie della Natura che ancora non sono state conosciute, comprese e nè codificate, non in quest’epoca almeno…
Sta accadendo nuovamente ciò che accadde per Lavoisière, il più insigne scienziato della Francia del 1600: gli portarono ad esaminare alcune pietre cadute dal cielo; lui, dopo averle lungamente esaminate disse: “non esistendo pietre nei cieli, ergo queste pietre non possono ricadere sulla terra…” La scienza del suo tempo ancora non sapeva nulla dell’esistenza dei meteoriti, anziché ammettere la propria non conoscenza della materia, si preferì negare l’evidenza ed accusare di frode chi le aveva viste cadere… Esattamente come fa la scienza di oggi, circonda di discredito e ridicolo chi la contraddice…
Si, il paragone calza, Rol è stato un meteorite vivente piombato troppo in anticipo sui tempi, ed hanno tentato di riservargli lo stesso trattamento…
Di Lui, per quanto ho visto e sentito in prima persona posso parlare con cognizione di causa, senza timore di essere smentita o zittita da alcuno, perché IO C’ERO…. Io c’ero e ci sono stata per circa venticinque anni, con un’amicizia granitica, serena, disinteressata…
Si, Rol mi ha fatto dei regali: qualche disegno scarabocchiato su fogli di notes, una tartaruga di porcellana, una scatola di Limoges per mia figlia Jacqueline, altre piccole cose prive di valore materiale, ma inestimabili perché erano sue…
Quando gli ho telefonato per la prima volta ero una giovane cronista della Gazzetta del Popolo, e come tutti i principianti sognavo l’intervista al mostro sacro, quell’intervista da prima pagina che aveva sempre negato a tutti.
Sapevo che raramente rispondeva al telefono e che detestava i giornalisti, ma caparbiamente ci ho provato… Con mio immenso stupore ed emozione rispose subito.
“Senti bene ragazza, come giornalista non ho nulla da dirti, e non permetterti di pubblicare neppure una mia parola, ma come persona invece…”
Non lo lasciai neppure finire: “dimentichi la giornalista, le do la mia parola d’onore che non la tradirò mai”.
Non l’ho mai fatto, ero e sono sincera, e lui lo sapeva; Un giorno mi disse che mi stava aspettando e che sapeva che prima o poi sarei arrivata…
Da quel giorno, per quasi un anno, scambiammo lunghe conversazioni telefoniche quotidiane in cui si parlava di tutto, ma non d’incontrarci… Decise lui quand’era il momento, e la notte precedente non riuscii a chiudere occhio. Arrivai da lui completamente vestita di bianco, mi sembrava il più adatto al mio stato d’animo.
Ricordo il suo primo sguardo azzurro e penetrante, di falco e di bambino… Mi attraversò l’anima e in un lampo vide qualcosa che allora non potevo capire e che non compresi ancora nei vent’anni successivi… Mi guardò in controluce dicendomi “Si, hai una bellissima aura, sono proprio contento di averti conosciuta, però, ora ragazza mia, di corsa dal medico”. ragazza mia, di corsa dal medico”.
Mi lasciò in piedi nell’ingresso, davanti al busto di Napoleone che troneggiava sopra al pianoforte e si avviò al telefono per chiamare il suo medico di fiducia, il dott. Gaito. Insistè perché mi visitasse al più presto, mettendogli anche una gran fretta.
Naturalmente stavo benissimo e anche il dottore mi trovò in ottimo stato, ma si preoccupò dicendomi: “Signora io non conosco lei, ma conosco benissimo Lui…” Avevano ragione entrambi, ma dovevo aspettare che trascorressero molti anni per capirlo
Ogni volta che mi incontrava, guardandomi Rol scrollava la testa e mi ripeteva: “Giuditta, non hai idea di quanto ti stia aiutando…” No, non ne avevo idea, nonostante tutte le cose che avevo visto accanto a lui, pensavo fosse un suo vezzo per farsi coccolare…
L’ho capito vent’anni dopo, quando, stroncato dal dolore per la perdita di sua moglie, forse il Grande Vecchio abbassò la guardia, la sua amorevole protezione si allentò ed il destino fece il suo corso. Accadde allora ciò che lui vide il giorno del nostro primo incontro: una lesione al midollo spinale mi lasciò completamente paralizzata, inerte come un vegetale, ma questa è una storia, fortunatamente (quasi) a lieto fine…
In tutto il tempo trascorso accanto a lui, di cose incredibili e meravigliose ne ho viste tante, molte più di quante possa e sia autorizzata a raccontare.
Gli piaceva il mio carattere, apparentemente docile, ma in effetti forte,indipendente e determinato. Pur accettando con gratitudine i suoi insegnamenti ero pronta a discuterli, a confrontarli con le mie teorie teosofiche. Gli piaceva il mio modo di scrivere, semplice, incisivo, capace di semplificare e divulgare anche i concetti più complessi, e soprattutto sapeva che non avrei mai tradito la sua fiducia, e così è stato…
Decise che ero la persona giusta per raccogliere il suo raccontarsi e scrivere quel famoso, mitico libro sulla sua vita. E così, da un certo punto in poi mi permise di registrare…
Rimanemmo d’accordo che avrei potuto usare un piccolissimo apparecchio a pile; potevo tenerlo sulle ginocchia ma coperto col foulard. Non sopportava di vedere i nastri in movimento; diceva che quelle ruote gli rubavano la vita, lo trascinavano via. Questo compromise molto la qualità dell’audio, ma era la prima volta che si concedeva alla tecnologia, e gliene sono grata, perché oggi possiedo l’unica testimonianza esistente, con i rumori della sua casa, il telefono che suona in continuazione, i passi di sua moglie che ci raggiunge per il thè…
Cosa dire di lui che non abbiano già detto gli altri? Che il suo salotto era inaccessibile; che per arrivare fino a lui non servivano raccomandazioni, preghiere, suppliche, pressioni. Talvolta, in via eccezionale, ci autorizzava a portare un amico, ma di solito era lui a scegliere, seguendo una sua logica imperscrutabile.
Imprenditori, artisti, prelati, politici, luminari della medicina, della letteratura, talvolta anche regnanti, hanno bussato alla sua porta; a volte ricevuti, a volte no…
Dinanzi ai loro occhi sciorinava i suoi poteri, in piena luce, con la semplicità di un gioco… Ma non erano giochi, erano prodigi!
Ricco di famiglia, non aveva necessità di danaro, devolveva grandi somme in beneficenza; aiutava persone in difficoltà, e spesso ricorreva alla sua vastissima rete di conoscenti per risolvere i problemi quotidiani di quanti si rivolgevano a lui disperati.
Lo si incontrava spesso in ospedale, arrivava inaspettato al capezzale di qualche ammalato per portargli sollievo materiale e spirituale, talvolta anche guarigione, ma ci proibiva anche solo di farne cenno. Non voleva che lo si scambiasse per un guaritore, ma in effetti aveva anche quel dono.
Nella sua straordinaria vita, lunga quasi tutto un secolo, conobbe i più grandi del suo tempo, da Mussolini ad Einstein a d’Annunzio, a vari pontefici.
Sulla base di conoscenze teosofiche, posso affermare che il suo compito fu grande, non compreso e né investigato. Rol aveva lo stesso compito portato avanti un secolo prima da Helena Blavatsky, dotata degli stessi poteri. Come lei, Rol doveva dimostrare ai potenti della terra con cui venne in contatto, che lo spirito ha il potere di interagire e modificare la materia. Che la materia stessa è spirito, e come tale ubbidisce a leggi spirituali, anche se ancora non conosciute e codificate dalla scienza.
E i grandi della terra, anche le menti più eclettiche non lo compresero, ammaliate dai suoi prodigi gliene chiedevano sempre di nuovi e più complessi, gli chiedevano previsioni sul futuro, sull’economia, gli affetti, gli andamenti politici, ma non si preoccupavano di capire da dove, e come attingesse a quelle sue facoltà.
E quegli stessi privilegiati (migliaia) che per anni hanno affollato il suo salotto, o hanno bramato per un incontro, ora tacciono, si defilano, non vogliono apparire.
Perché non raccontano ciò che hanno visto, sentito, ottenuto da quell’uomo cortese e riservato? Se chi sa tace, saranno soltanto i detrattori a parlare, e non ci sarà nessuno di qualificato a zittirli, e la bilancia che dovrebbe pesare la verità pende dalla parte sbagliata…
Novembre 2010
Per fermare nel tempo ricordi e testimonianze di persone che gli sono state care, ho deciso di organizzare a Torino, un Convegno in cui fare il punto della situazione. Ho invitato a parlare persone che incontravo nella Sua casa, persone che ho conosciuto e di cui sono ASSOLUTAMENTE certa.
Ne è nato un momento indimenticabile, dove ricordi e racconti fluivano con spontaneità e naturalezza. La Dott.ssa Catterina Ferrari, Sua grande amica ed esecutrice testamentaria, ci ha portato oggetti cari e inestimabili come la Sua mitica matita, o l’agenda del 1927, in cui il venticinquenne Rol annotò la scoperta della “Tremenda Legge”” che gli permise di interagire con la Materia.
Sta prendendo forma un DVD che conterrà audio e video del Convegno, ed altre interviste realizzate in momenti diversi. Non appena sarà pronto, ne darò notizia in queste pagine.
Per ora, condivido con Voi alcune fra le centinaia di immagini disponibili, aggiungendone sempre altre man mano che riuscirò a metterle insieme… Se volete inviarmi immagini scattate da Voi, sarò ben lieta di pubblicarle
Convegno di Torino – 14.11.2010